"Ludovico il Moro, arrogante signore di milano, pensava di poter vivere sotto lo stesso tetto con la moglie e l'amante. Per oltre un anno e mezzo riuscì a farla franca, ma poi commise un grave errore: regalò a entrambe lo stesso abito. Passi l'amante mantenuta in casa, passi il figlio di lei cresciuto a corte, ma il vestito uguale no, deve essersi detta Beatrice d'Este."
L’affascinante Danae dipinta da Tiziano era nella realtà la cortigiana prediletta del cardinale Farnese; la Venere allo specchio fu l’amante di Velázquez e gli diede l’unico figlio maschio. Chi era invece la misteriosa Donna barbuta ritratta dallo Spagnoletto? I secoli hanno condannato all’anonimato molte esistenze che un tempo furono tutt’altro che banali. Oggi le definiremmo “da gossip”. Ma altrettante sono le vite ai margini o addirittura criminali, che l’arte ha celebrato rendendole immortali. È il caso di The Neighbour, il vicino di casa assassino del regista Theo Van Gogh, finito sulle pagine di tutti i giornali e ritratto da Marlene Dumas; o di George Dyer, che conobbe Bacon in un gay club a Soho e ne diventò l’amante. L’apparenza inganna, ma Francesca Bonazzoli e Michele Robecchi hanno svelato alcuni retroscena, riservando al lettore non poche sorprese. Parallelamente a questa gustosa raccolta di storie vere, si delinea anche una riflessione che “smaschera” la relazione tra l’artista e il suo modello: un rapporto di forza quasi sempre a vantaggio del primo, ma che nei secoli si è trasformato fino alla negazione del ritratto stesso, con i volti sostituiti da parole e suoni.
Francesca Bonazzoli, giornalista del “Corriere della Sera”, e Michele Robecchi, critico e curatore attivo a Londra, hanno già pubblicato insieme Io sono un mito. I capolavori dell’arte diventati icone del nostro tempo (Electa), tradotto in cinque lingue.