Il catalogo racchiude oltre 30 opere dell'importante retrospettiva dedicata a Eliseo Matteucci, uno tra i massimi esponenti di quel ripensamento delle pratiche scultoree che si è realizzato, in maniera sistematica, a partire dalla metà degli anni Sessanta.
In una grande antologia, le monumentali installazioni di Mattiacci dialogano con le raccolte del Mart, con la visione antitradizionale della scultura di Ettore Colla e con lo spazialismo di Lucio Fontana. L’idea della continuità dello spazio, che affonda le sue radici nel Futurismo, diventa cifra stilistica della produzione di Eliseo Mattiacci, come un’attitudine mai disattesa. Sin dai primi lavori, si intuisce una predilezione dello scultore per la forma circolare, per la rotazione, per la dinamicità plastica che ha indotto la critica a riconoscere in lui un possibile erede della tradizione futurista. Con Mattiacci ancora una volta architettura e scultura si intrecciano, dando vita a un serrato colloquio tra le opere e gli spazi progettati dall’architetto Mario Botta, non più cornice o contenitore, ma spazio da segnare ed eccedere. L’arte smette di interpretare il presente, non è più rappresentazione del mondo, ma diventa essa stessa il mondo.