Un volume sulle specificità del design italiano attraverso le sue antiche radici culturali.
Riuscite a immaginare un film su Chicago senza pistola, un telefono o un’automobile? Riuscite a
immaginare un dramma di Shakespeare senza teschio, un fioretto e un arazzo? Si può rappresentare l’Otello senza il fazzoletto di Desdemona? Otello è ambientato a Venezia. Shakespeare ha ambientato i suoi drammi più belli in Italia. E si sa da dove venivano i gangster di Chicago. L’oggetto che crea azione, contesto, senso, scambio, stimolo immaginativo, desiderio, simbolo, metamorfosi. Negli ultimi cinquant’anni la maggior parte di questi oggetti, prodotti materiali, artefatti che creano senso, sensazioni e desideri sono arrivati dall’Italia. Partono da qui Peter Greenaway (il più originale e colto tra i registi) e Italo Rota (il nostro architetto più artista), in un dialogo tra Barocco e Futurismo, per proporci un museo/installazione dell’era dell’informazione visiva. Coniugando eleganza con giubilo ed esuberanza hanno dato vita a un volume e a un’esposizione auto-riflessiva, capace di far vedere il significato degli oggetti del design nell’ambiente originale della loro orgogliosa progettazione.