I temi della vita umile e contadina, trasposti nei grandiosi scenari montani, nella pittura di un grande protagonista del Divisionismo italiano.
Isolato nel suo sdegno per le scuole, Segantini visse ai margini di due culture, l’italiana e la svizzera, pur essendo una delle forze più originali dell’ultimo Ottocento europeo.
In poco più di vent’anni di attività pittorica, svoltasi soprattutto sulle Alpi elvetiche, sviluppò un linguaggio atto a rendere la luce aspra dell’altitudine e una visione panteista della natura nei termini di un classicismo sempre più rigoroso. La tecnica divisionista fu il metodo con il quale si impadronì della realtà del paesaggio alpino per esprimerne l’essenza, sino a trasformarla in visioni simboliche.
I due volumi presentano, attraverso una documentazione in buona parte inedita, il corpus completo dell’opera dell’artista, catalogata e analizzata sotto un profilo storico-critico. L’autrice si è infatti proposta di reinterpretare la tematica figurativa dell’artista attraverso una ricostruzione del clima storico, intellettuale e umano nel quale andò sviluppandosi.
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