Con l’inizio delle guerre di religione, nei Paesi Bassi si intensifica il flusso degli artisti fiamminghi verso l’Italia e in particolare verso Roma. Si tratta in maggioranza giovani pittori che hanno già compiuto un primo tirocinio nelle botteghe in patria, assumendone gli specifici caratteri.
Attraverso l’attenta indagine di fonti, documenti e opere d’arte, Giovanna Sapori ricostruisce le forme di organizzazione del cantiere e di mutua assistenza, le specializzazioni nella produzione, in un primo tempo legate solo alla cultura di origine (dipinti di piccolo formato di paesaggio, di scene di stregoneria) in seguito all’apprendimento della tecnica ad affresco, attraverso le collaborazioni nelle imprese decorative di ville e palazzi, indagando soprattutto l’assimilazione, da parte dei fiamminghi, del linguaggio figurativo italiano.
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