La mostra ripercorre, attraverso circa 140 opere, lo sviluppo dell’arte di El Lissitzky nei differenti media che impiegò e che lo condussero all’idea di una nuova arte rivoluzionaria e collettiva: pittura, fotografia, fotomontaggio, disegno e illustrazione, scultura, progetti architettonici e manifesti. Pittore prolifico, disegnatore, architetto e fotografo, El Lissitzky è stato una figura paradigmatica del XX secolo: oltrepassare i confini fu una caratteristica della sua biografia e della sua opera, connettendo paesi e culture diverse, arti e disegno, Oriente e Occidente. La corrispondenza fra lavoro e arte è stata l’aspetto essenziale della sua poetica che intendeva le arti visive come campo di costante confronto col lavoro architettonico, costruttivo e progettuale. L’espansione dell’attività artistica, dunque, corrispose al superamento dell’idea convenzionale di arte come sfera di espressione personale e produzione di oggetti preziosi. Dal 1917 muovendosi sul crinale fra arte e lavoro, l’artista divenne un fervente attivista sociale, intento a diffondere internazionalmente il suo messaggio politico. Come i costruttivisti, egli orientò la sua energia creativa verso l’utopia di una nuova struttura sociale “disegnata” dal nuovo artista/ingegnere/architetto.